Categoria: Progetto europeo

Il PNRR si può modificare

Credo che nessuno sappia come la Destra modificherebbe il PNRR se il 25 settembre vincesse le elezioni. Ha annunciato che lo farà, ma credo che non lo sappia neanche lei. Se andrà al governo avrà il tempo per decidere e attuare le modifiche che intende fare.

La tecnostruttura politica, giornalistica e accademica liberista che ‘governa’ l’Italia, nella quale il Partito Democratico si identifica completamente (ne è il motore politico, in verità), può dire che la Destra modificherà il PNRR in peggio. Non dovrebbe dire, però, – ma continua a farlo con ostinazione – che il PNRR non può essere modificato. Non lo dovrebbe dire perché è falso. Il PNRR può essere modificato, adeguato alle nuove condizioni, come sempre si è fatto per l’uso dei fondi europei. Ridiscutere in corso d’opera l’impiego delle risorse dei ‘fondi strutturali’ e della ‘politica agricola comune’ – le principali componenti del Bilancio dell’UE – lo si è sempre fatto. Con i drammatici eventi che stanno sconvolgendo l’economia europea (e mondiale) lo si dovrà fare e lo si farà.

Come si fa a dire, credendoci, che non si dovranno spostare le risorse del Bilancio Europeo 2021-2027 – e quindi del PNRR – su misure che compensino gli effetti sociali ed economici della crisi energetica, ad esempio?

La Sinistra italiana – ma anche il Movimento 5 Stelle – ha mistificato senza imbarazzo e pudore il significato e la portata del PNRR mentre lo costruiva durante il Governo Conte 2 e il Governo Draghi, e ora continua a farlo affermando che “non si può modificare”. Della mistificazione del PNRR avevo discusso in un breve saggio ­ – “La Sinistra italiana e il PNRR” – che ho pubblicato più di un anno fa sul portale della “Casa della Cultura” di Milano. Scrivevo che il PNRR non avrà neanche lontanamente gli effetti sul reddito e sull’occupazione annunciati;  che è soprattutto un piano marcatamente liberista di riforme dei fondamenti giuridici del capitalismo italiano; che la condizionalità – riceveremo trasferimenti e prestiti solo se si attuano le “riforme” – era solo retorica, gioco delle tre carte, e che diventa persuasiva in un Paese con un dibattito pubblico allo sbando. (Secondo l’architettura dell’Unione Europea, non esiste – non può esistere – nessuna condizionalità generale sui fondi del Bilancio europeo (e il PNRR e parte del Bilancio europeo).)

Si può anche ritenere che la Destra, una volta al Governo, farà naufragare l’economia italiana, ma opporsi ad essa in campagna elettorale con argomentazioni artefatte non conduce da nessuna parte (ed è moralmente riprovevole).

Quali sono le modifiche che la Sinistra – la sua tecnostruttura – teme che la Destra attui? Il non dirlo (nessuno dei suoi leader lo ha detto) equivale a farne solo una questione di (non dimostrata) ‘incompetenza’: come dire, qualsiasi cosa faranno, sbaglieranno (tecnocrazia per sempre, quindi?). Dare agli altri dell’incompetente tradisce, spesso, la propria arroganza intellettuale. Ma può essere anche un modo per de-politicizzare le scelte pubbliche: l’Agenda Draghi  per sempre, appunto.

Non è il naufragio della Sinistra quello che abbiamo sotto gli occhi, perché c’è già stato. Sono voci dall’isola deserta dove sono approdati i suoi leader quelle che si sentono.