Reale, irreale

Ho letto che Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea (non si sa ancora per quanti giorni, mesi, anni), avrebbe recentemente affermato che “L’Ucraina ha compiuto tutti i passi che avevamo stabilito. Ed è per questo che crediamo che l’Ue debba avviare i colloqui di adesione con l’Ucraina già entro la fine di questo mese [giugno 2024].” Ho letto che l’Unione europea si appresta a formalizzare la creazione di un fondo per la “ricostruzione dell’Ucraina”. E ho anche letto che è in arrivo una nuova ondata di consistenti aiuti militari dall’Unione europea – dai Paesi membri – e dagli Stati Uniti, armamenti che permetteranno di estendere il conflitto sul territorio russo con più intensità di quanto non sia accaduto fino ad oggi.

Parole dette sullo sfondo di uno scenario considerato certo – che è anche quello desiderato: la Russia, sconfitta, riporta il suo esercito entro i suoi confini, l’Ucraina recupera la sua integrità territoriale ed entra a far parte dell’Unione europea – ma prima entra nella Nato (come sempre è accaduto nel processo di ampliamento ad est dell’Unione) –, e con il sostegno finanziario e tecnico dell’Unione europea inizia la ricostruzione, come dopo ogni guerra.

Non riesco a non dubitare del realismo dello scenario che i maggiori leader politici – e i loro analisti – sembrano dare per certo nel suo avverarsi. E non riesco a non dubitare del fatto che si tratti di uno scenario incompleto (se non artefatto): la catena degli eventi che considera mi sembra parziale, troncata troppo presto.

Tra sei mesi o un anno, quando lo scenario desiderato si sarà avverato (se si avvererà), che cosa può accadere? Dopo, dopo come può evolvere la situazione militare, politica, economica, culturale in Europa? La Russia, sconfitta, avrà praticamente lungo tutti i suoi confini occidentali – a un passo da San Pietroburgo e Mosca – le forze militari della Nato schierate con le basi, gli eserciti, l’arsenale nucleare. Che catena di effetti produrrà questo stato delle cose? Il punto di arrivo dello scenario desiderato sarà il punto di partenza di quale sequenza di eventi?

Quando negli anni Ottanta il ‘progetto europeo’ era ancora integro – nella sua dimensione etica prima che politica – un’Europa centrale ‘militarmente neutrale’ era il modo per togliere dallo scenario tragiche catene di effetti, rendendole improbabili. (Ma di questo sogno ho già parlato in un altro post).

Tra sei mesi o un anno, quando lo scenario desiderato si sarà avverato (se si avvererà), che cosa accadrà all’Unione europea?

Dopo la sua adesione, l’Ucraina sarà il Paese con la superficie di gran lunga maggiore e il quinto per popolazione. Entrando a farne parte, l’Ucraina diventerà uno dei Paesi più influenti dell’Unione. Quali saranno gli effetti sulla “politica agricola comune” e sulla “politica di coesione”, pilastri, si sarebbe detto un tempo, del progetto europeo? Estesi e profondi mi verrebbe da dire: uno scenario da esplorare ora, per capire e governarne gli effetti  (come un tempo si faceva, come si è fatto quando entrarono la Spagna, la Grecia, il Portogallo).

Tanto è reale quello che sta accadendo, tanto è irreale il discorso su ciò che sta accadendo e su ciò che potrà accadere in Europa.

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