Tempo 100

1.

Ascolto un breve video, frammento di una trasmissione televisiva, nel quale un autorevole esponente della Sinistra radicale italiana – che ha recentemente scoperto l’ambientalismo – solleva il problema dei ‘limiti’ da porre ai voli privati. Gli sembra un tema importante, sul quale vuole “avviare un dibattito”. Esprime le esternalità negative dell’uso dei voli privati in termini di emissioni di CO2, e fa le solite comparazioni: un volo (non si capisce quanto lungo) immette nell’atmosfera una quantità di CO2 pari a quella che immettono in un anno per ragioni di mobilità un certo numero di persone ‘normali’, che certo non hanno le possibilità economiche per acquistare o affittare un jet privato.

Non ho nulla da obiettare alla limitazione dei voli privati, ma il tema mi sembra astratto, irrilevante e fuorviante. Sono ben altre le disuguaglianze economiche che la Sinistra dovrebbe provare a ridurre, che in una campagna elettorale così importante come quella in corso dovrebbe annunciare di voler ridurre. Ad esempio, in un Paese con una disparità nella distribuzione della ricchezza reale e finanziaria tra le pù elevate tra i Paesi con un reddito pro-capite elevato, un ‘dibattito da avviare’ – che ti aspetti che la Sinistra avvii – dovrebbe avere come oggetto l’introduzione di una ‘patrimoniale’ (che non è un aumento della tassazione della ricchezza, ma una  redistribuzione della ricchezza). Ma in un Paese nelle condizioni dell’Italia sarebbero molti altri i temi sui quali la Sinistra dovrebbe ‘avviare un dibattito’ – e fare proposte precise.

2.

Ascoltare quel video mi ha comunque suscitato un ricordo. A metà degli anni Ottanta mi esercitavo nello studio del tedesco leggendo un libro che proponeva brevi testi che affrontavano temi del dibattito pubblico di quegli anni, e uno di essi aveva come titolo “Tempo 100”. Illustrava la proposta degli ambientalisti tedeschi di fissare in 100 km/h la velocità massima delle auto, su qualsiasi strada (autostrade comprese). Di questo parlavano gli ambientalisti, allora.

A metà degli anni Ottanta la drammaticità della crisi ecologica era un fatto chiaro. Si disponeva già dell’evidenza empirica necessaria per capire che la traiettoria di crescita economica nelle democrazie liberali era insostenibile. E il movimento ambientalista proponeva misure drastiche così come richiesto dalla gravità della situazione e della sua prevedibile evoluzione. Era il momento di fermare la ‘Grande accelerazione’. Introdurre il “Tempo 100” avrebbe significato modificare alla radice la traiettoria tecnologica dell’industria automobilistica e le pratiche d’uso dell’auto privata. Sarebbe stato l’inizio di una rivoluzione – e un cambiamento pofondo della struttura sociale ed economica era necessario per affrontare la crisi ecologica.

3.

Una rivoluzione ancora più profonda ed estesa sarebbe necessaria oggi. Ma trenta anni dopo, sull’orlo di una crisi ambientale irreversibile e apocalittica, in Europa ci si eccita per le auto elettriche – meno CO2, ma velocità e accelerazione ‘eccezionali’! –, dimenticandosi delle esternalità negative di questa ‘nuova’ tecnologica. Trenta anni dopo, la Sinistra italiana si crede ambientalista perché ‘apre un dibattito’ sui voli privati.

Come minimo, mi sarei aspettato di trovare nel programma della Sinistra la proposta del “Tempo 100”. In verità, mi sarei aspettato di trovare almeno l’eco dei temi posti dall’ecologia politica – già molti, molti anni fa.