Elegantemente interventista

La foto della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, euforica e felice nella carlinga di un F35, apparsa oggi su “il Manifesto”, non l’avrei pubblicata. E se fossi stato il photo editor mi sarei ostinatamente opposto alle insistenze della redazione o della direzione del quotidiano. Una delle ragioni per leggere “il Manifesto” nell’edizione digitale è la qualità delle foto che vi compaiono. Ma una una foto così non la pubblichi per rispetto delle persone che riprendi. (E mi resta il dubbio che ne avessero una migliore che raccontava la stessa storia, e hanno pubblicato proprio quella per spregio.) A questo è ridotta la Sinistra italiana: ad affermare la propria superiorità morale ed estetica, credendo di neutralizzare la sua inferiorità politica con una foto sbagliata, che qualsiasi fotografo avrebbe cestinato.

La foto allude a una vicenda rispetto alla quale Destra e Sinistra non si distinguono, in niente: non nel convinto invio di armi all’esercito ucraino, non nel sostegno al complesso militare-industriale italiano, non nella fedeltà alla NATO. E allora perché pubblicare quella foto? Che cosa voleva dire ai suoi lettori la Redazione de “il Manifesto” pubblicando quella foto? A quella foto non puoi far dire che sulla guerra Russia-Ucraina Destra e Sinistra sono diverse. A che serve, allora? A dire che Elly Schlein o Stefano Bonaccini – o Enrico Letta – certamente non sarebbero saliti nella carlinga di un F35? E allora? Oppure che se lo avessero fatto lo avrebbe fatto con ‘più stile’, e certo senza stringere i pugni con stupito entusiasmo? E allora?

La Sinistra italiana la pensa precisamente allo stesso modo della Destra sulla questione della guerra Russia-Ucraina. Su molti e decisivi temi prende quando è al governo le stesse decisioni e compie le stesse azioni della Destra, ma lo fa – crede di farlo – con più stile. E si ritiene per questo – per il suo stile – legittimata a giudicare. Si rifugia nell’estetica per distinguersi. Come ha sempre fatto l’élite liberale progressista.

Ma quale stile, poi? (Ah, le questioni di stile.)

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